Una Lettera Agli Abitanti Di Neoneli
Una Lettera Agli Abitanti Di Neoneli
Emilie Miller
New York City
USA
A tutti a Neoneli: Passato, Presente, Futuro
Neoneli (OR)
Italia
Cara Neoneli,
Questo è tutto per voi, ovviamente, ma dobbiamo essere realisti, perché forse è impossibile. Vero? State aspettando, ed è tanto che aspettate le mie parole; aspettate a sentire e leggere tutto quello che ho da dire. Di questo posto che conoscete così bene. Questo posto che è casa vostra, questo posto che i genitori dei genitori e tutti gli antenati hanno chiamato casa. Casa: questo posto dove state ad aspettare le mie parole. Anch’io aspetto. Mi domando, mi preoccupo—come posso fare? Temo di aver fatto un errore. Perché ora sono tanto attaccata a voi, a questo posto, che forse ho perso qualsiasi possibilità di giornalismo oggettivo.
Come faccio? Come spiego il cuore al cuore? Scrivo della magia e del sole e della pietra? Ho vissuto dove voi vivete. Ho visto chi amate e come amate. Abbiamo ballato, abbiamo passeggiato per le strade nel sole rovente, dietro ai santi a cantare. Ho mangiato dai vostri giardini a tavola in casa vostra. Mi avete accolto, mi avete fatto entrare nel vostro mondo. Dentro. Tante tante volte.
Che cosa è stato trasferito in questo scambio particolare di cultura sarda- italiana - americana? Che cosa è stato iniziato? Che cosa dirà la storia? Sono rientrata a New York, la mia casa caotica ed elettrica, ma penso sempre a Neoneli. Fra il rumore e le sirene della mia città, i palazzi che grattano i cieli, e la gente di corsa – sempre di corsa – penserò alla dolce tranquillità di Neoneli.
Penserò al profumo particolare della vostra terra che si rinfresca quando d’estate si comincia a far sera. Ad un tratto l’aria della nuova notte si riempie di minerali e erbe ed una subitanea dolce umidità- come un sospiro alla fine di una lunga giornata calda. Penso al suono delle civette che chiamano per tutta la notte estiva – come il sonar – sempre in cerca di qualcosa appena irraggiungibile. Penso alle parti più calde e più brillanti di quei lunghi pomeriggi di luglio, quando mi riposavo, sazia dopo pranzo, sopra un copriletto ricamato a mano. Le bellissime forme simmetriche, tessute e ricamate con cura, facevano un’impronta sulla mia pelle. Da qualche parte nel paese una mamma urla al figlio di rientrare. Il vento caldo e asciutto spinge attraverso gli alberi e per tutta l’erba alta e gialla che copre le colline. E lontano, e costante, il suono continuo di quei campanelli tintinnanti delle pecore.
Quindi a voi– eccola! Eccoci! Questa è una lettera di ringraziamento. Una lettera d’amore. E’ un ricordo del mio tempo in un posto – il vostro posto. Le parole non possono bastare. Il vostro è un paese piccolissimo ma l’impatto, l’impronta che avete lasciato è enorme.
Con affetto, con gratitudine, con rispetto,
Emilie Miller
*Grazie al mio professore di italiano Dr. Judith Serafini-Sauli per la traduzione.